Spesso 'le cose' ci appaiono dei semplici e inutili oggetti, ma non sempre è cosi. Infatti questi oggetti possono assumere sia un significato particolare in base all'uso che noi ne facciamo(STEP#25), sia in base a dei particolari eventi o situazioni che fanno si che questo oggetto diventi il simbolo di qualcosa di molto più grande.
Il libro a cui mi voglio collegare a proposito, "La Coscienza di Zeno", che tratta di una 'cosa' molto comune, le sigarette. In particolare, il capitolo terzo del libro riguarda il vizio del fumo del protagonista, una dipendenza sviluppata fin da ragazzino e sempre combattuta senza successo. Zeno ricorda la sua prima sigaretta fumata da adolescente, inizialmente rubando i soldi al padre poi, dopo essere stato scoperto, fumando i suoi sigari avanzati. A vent’anni Zeno si accorge di odiare il fumo e si ammala, ma nonostante la malattia decide di fumare un’ultima sigaretta; ed è qui che si evidenzia per la prima volta la vera malattia psicoanalitica del protagonista. Inizialmenteil fumo è per Zeno una reazione al rapporto con il padre, ma poi si allarga a forma di difesa verso la realtà circostante e il mondo intero. Da qui nascono i continui e vani tentativi di smettere di fumare.
Ma la malattia del fumo si rivela essere in realtà un'altra "malattia della volontà", cioè l’incapacità di Zeno di perseguire un fine, e riflette il senso di vuoto nella sua vita, scaturito dalla impossibilità di affrontare l’esistenza e il mondo. La voce narrante (e giudicante) della Coscienza vede nella sigaretta un sintomo della propria inettitudine, di cui però non vuole disfarsi né superare, perché essa costituisce una sorta di autogiustificazione e alibi alla propria incapacità esistenziale:
L’intera vicenda viene narrata con intenti comici, ma rileva le dipendenze e le ossessioni dell’uomo moderno, caratterizzato da un profondo senso di solitudine di fronte a un mondo malato, egoista e contraddittorio.
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